Iniziamo dal DSM-IV (Manuale Diagnostico per le malattie Mentali) dove i Disturbi Somatoformi raccolgono i seguenti disturbi: Disturbo di Somatizzazione, Disturbo Somatoforme Indifferenziato, Disturbo di Conversione, Disturbo Algico, Disturbo di Dismorfismo Corporeo, Ipocondria e infine, il Disturbo Somatoforme Non Altrimenti Specificato.
In genere, nella maggior parte di questi disturbi, il paziente lamenta dei sintomi fisici che però quasi mai trovano un riscontro organico negli esami medici obiettivi, svolti attraverso protocolli standard.
Sappiamo che, nell’inquadramento di un caso e prima di formulare una eventuale diagnosi, dovremmo escludere innanzitutto eventuali condizioni mediche sottostanti, non ancora individuate e che magari potrebbero essere cause del malessere che il paziente lamenta.
Esistono molti modelli interpretativi che cercano di spiegare l’insorgenza del sintomo o della malattia psicosomatica.
Si può affermare che le malattie somatiche sono quelle che più strettamente realizzano uno dei meccanismi difensivi più arcaici con cui si attua una espressione diretta del disagio psichico attraverso il corpo. In queste malattie, l’ansia, la sofferenza, le emozioni sarebbero troppo dolorose per poter essere vissute e sentite, trovano una via di scarico immediata nel soma (il disturbo); non sono presenti espressioni simboliche capaci di ‘mentalizzare’ il disagio psicologico e le emozioni, pur essendo presenti, non vengono riconosciute. In genere il paziente psicosomatico si presenta con un buon adattamento alla realtà, con un pensiero sempre ricco di fatti e di cose e povero in emozioni.
Spesso si tratta di pazienti che hanno difficoltà a far venire alla luce emozioni , che separano dalle cose ogni elemento di fantasia .
Tutte le loro capacità difensive tendono a tener lontani contenuti psichici inaccettabili, a costo di distruggere il proprio corpo.
Come affermato dal Prof. Solano, già Professore presso la Cattedra di Psicosomatica, Università Sapienza di Roma: “Dall’analisi delle ricerche riportate, abbiamo potuto constatare come, più che n’influenza del disagio mentale sul corpo, sia più corretto rilevare come un insufficiente funzionamento mentale, in particolare nell’area della elaborazione e della omunicazione delle emozioni, comprendente anche l’incapacità di sperimentare ed esprimere un disagio mentale, possa portare a disturbi somatici, specie di fronte ad eventi di vita importanti… Alla luce di questi dati, il termine di psicosomatica appare sempre meno adeguato e possibilmente fuorviante. Sarebbe piuttosto necessario costruire un termine che denoti gli effetti sul corpo individuale di una disregolazione affettiva e relazionale”.
(Dott. Marco Franceschini)