
Le coppie possono trovarsi in una prima fase di innamoramento o in quella successiva dell’amore e dell’appartenenza di coppia. La prima fase è basata sull’attrazione fisica e sull’idealizzazione che non permette di vedere realmente l’altro. La seconda fase è quella della conoscenza dell’altro, delle sue reali caratteristiche non quelle immaginate o proiettate. Quando la coppia entra nella seconda fase e crea un’identità comune trae soddisfazione dalla reciprocità e diviene più forte anche nel fronteggiare situazioni critiche. Queste allora possono divenire anche, nonostante la sofferenza, un’opportunità di cambiamento e crescita.
La maturità della coppia tuttavia non dipende solo dalla durata temporale ma anche dalla capacità di condividere stati d’animo, pensieri, malumori e paure. Condividere e ad accettare in sé e nell’altro pregi, difetti, risorse e limiti permette di superare i bisogni egoistici e infantili e ad affrontare in maniera matura e funzionale situazioni emotivamente stressanti Più è lunga la durata della coppia più è facile che questa abbia avuto il modo di conoscersi e sperimentarsi autenticamente con le proprie caratteristiche e aver consolidato e messo in atto strategie per superare le crisi.
La coppia si conosce e ridefinisce nel corso dell’intera vita e va incontro ad un susseguirsi di momenti critici da risolvere ed elaborare. Certamente la quarantena mette alla prova la capacità della coppia di affrontare in maniera comune e costruttiva pericoli e limitazioni. La coppia può assumere una capacità di fare fronte comune in maniera matura e stabile. Tuttavia nel corso del tempo la coppia va sempre incontro a crisi e conflittualità che possono essere affrontate attraverso la riflessione, la mentalizzazione, l’autonomia psichica e la condivisione emotiva”.
Come si possono aiutare le coppie dove uno dei due soffre di patologie come depressione o ansia, cosa consiglierebbe al partner per aiutare il compagno/a che sta soffrendo?
“In caso di psicopatologie che tendono ad acutizzarsi in situazioni stressanti è bene che il compagno possa aiutare l’altro a mettersi in contatto con uno specialista e intraprenda, in caso di bisogno, una terapia. E’ pericoloso e dannoso infatti, che sia il partner a farsi carico della patologia in quanto non ne può avere gli strumenti e perché in tal modo la coppia entrerebbe in crisi. Una coppia deve fondarsi su dinamiche vitali, paritarie e costruttive”.